Chi produce si assume un impegno, quello della sicurezza delle persone.
Questo articolo intende affrontare nello specifico una panoramica di quelli che sono i controlli, i test e le certificazioni che chi produce dovrebbe sempre eseguire per garantire la sicurezza di un prodotto cosmetico.
Si stima che una persona consumi una considerevole quantità di prodotti cosmetici dai primi anni di vita fino alla terza età, spesso più volte al giorno. Pertanto i cosmetici rappresentano quella tipologia di prodotti ad uso quotidiano, con i quali la popolazione viene a contatto e che necessariamente devono garantire sicurezza.
Il Regolamento 1223/2009 sui prodotti cosmetici fornisce la definizione comune di prodotto cosmetico e contiene una serie di disposizioni che garantiscono la sicurezza sotto vari punti di vista, come:
- metodo di fabbricazione;
- controllo degli ingredienti;
- obbligo delle informazioni da dichiarare in etichetta;
- valutazioni eseguite da un esperto.
Ma quali sono i processi da seguire affinché un prodotto corrisponda ai requisiti di sicurezza? Il primo controllo si esegue dalla verifica delle materie prime, cioè su tutti i singoli ingredienti scelti per la formulazione. Questi, devono essere accompagnate da: scheda di sicurezza, scheda tecnica e certificato di analisi per ogni lotto acquistato.
Successivamente sul prodotto formulato dovrebbero essere eseguiti una serie di controlli e test chimico-fisici e test chimico biologico.
Test chimico fisici:
- stato fisico
- aspetto
- colore
- pH
- viscosità
- densità
I test chimico biologico:
- Test di stabilità della formula – la capacità di un prodotto di mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, organolettiche, microbiologiche e funzionali.
- Challenge test – Questo tipo di test cosmetologico è usato per verificare l’efficienza del sistema conservante usato nella formulazione. I microrganismi presenti possono trovare possibilità di sopravvivenza e di sviluppo in un prodotto cosmetico, provocandone il deterioramento più o meno visibile, attraverso alterazioni chimico-fisiche. Il Challenge test riproduce in laboratorio l’aggressione microbica che può essere subita da un prodotto durante la sua vita: Produzione, stoccaggio, permanenza sul mercato, utilizzo da parte del consumatore. Il Challenge Test determina il PAO (period after opening), ossia la scadenza del prodotto dopo l’apertura della confezione.
- Patch Test – è un esame utilizzato a fini diagnostici per identificare quelle sostanze che, una volta poste a contatto con la pelle, determinano una reazione locale.
Inoltre, se si ricercano cosmetici con determinati requisiti che rendono il prodotto più tollerato da soggetti sensibili a specifiche sostanze, si possono vagliare i seguenti test:
- Nickel tested
- HRIPT (Human Repeat Insult Patch Test)
- Test di tollerabilità oftalmologica
- Test di tollerabilità ginecologica
- Fototossicità
- Determinazioni chimiche (ad es. metalli pesanti, conservanti, formaldeide, diossano, benzene, N-nitrosodietanolammina (NDELA), idrocarburi policiclici aromatici, allergeni, ftalati)
- Prove di biocompatibilità in vitro per dispositivi medici (citotossicità, irritazione cutanea, sensibilizzazione)
Per noi della RCA RICERCA COSMETICA AVANZATA, la sicurezza da trent’anni è una priorità assoluta.
Il Prof Gennaro Aceto, Direttore Tecnico con laurea in Biologia e Chimica, esegue in prima persona le procedure di Laboratorio.
Per test più approfonditi e validati da enti terzi certificati ci avvaliamo della collaborazione dell’Università Federico II di Napoli – Dip. Scienze Chimiche – Laboratorio di Spettrometria di massa.
Vorresti saperne di più? Contattaci
Informazioni:
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CTFA (metodologia avallata da Unipro, pubblicazione dedicata alla microbiologia cosmetica
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Farmacopea Europea ( Ph. Eur. 5) dell’Università Federico II di Napoli – http://www.scienzechimiche.unina.it/ricerca/laboratori-e-strumentazioni
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Ministero della Salute – Dip. Vigilanza Cosmetici http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_5.jsp?lingua=italiano&area=cosmetici&menu=vigilanza